British Museum, da settembre una mostra su arte e identità dei Celti

Scudo celtico di Battersea ritrovato nel Tamigi
Scudo celtico di Battersea ritrovato nel Tamigi
Il British Museum di Londra in collaborazione con il National Museums Scotland ha organizzato una mostra sui celti dal titolo "Celts - art and identity" dal 24 settembre 2015 al 31 gennaio 2016.

Si tratta della prima grande mostra nel paese anglosassone che va a fondo su quale sia stato lo sviluppo artistico e la vera natura dell'identità culturale dei celti antichi.

La mostra ripercorre 2500 anni di storia a partire dalla prima volta che la parola "celti" viene menzionata fino ad esplorare le influenze celtiche ai giorni nostri, per riscoprire come nei secoli in tutta Europa siano state rielaborate ed inglobate le radici, le credenze e la cultura dei popoli dell'età del ferro.

Il percorso della mostra

Molti oggetti rappresentano dei veri propri enigmi, eppure c'è un lungo filo conduttore tra la produzione oggettistica della fulgida età del ferro e la cultura di oggi. Il Tamigi ha portato alla luce dalle sue profondità molti oggetti stupendi, come l'elmo di Waterloo o lo scudo di Battersea (vedi foto) che potremo ammirare nella mostra, ma anche scoprire in che modo la storia che raccontano sia stata ripresa e reinventata nel corso dei secoli in Gran Bretagna ed in tutta Europa fino ai giorni nostri, Oggetti come lo spettacolare calderone Gundestrup raccontano di profondi legami culturali in tutta Europa, e la mostra vuole portarli alla luce e renderli intelleggibili.

L'elmo di Waterloo (rielaborata da foto di Michel Wal)
L'elmo di Waterloo rinvenuto nel Tamigi (rielaborata da foto di Michel Wal)

La mostra esplora l'arte e la storia dei celti e le risonanze profonde di questa in Gran Bretagna, in Irlanda ed in tutti i popoli della odierna diaspora celtica oggi, che sta pervadendo tutti gli aspetti della nostra moderna cultura, dalla musica alla letteratura, dallo sport alla spiritualità.


Un settembre ricco di feste celtiche

Settembre 2015 è caratterizzato da molte feste celtiche interessanti, incentrate da una parte sulla riscoperta del più autentico stile di vita di un accampamento del primo millennio, dall'altra dalla proposta musicale di quella che oggi è l'eredità cultrale celtica più popolare, la musica folk e le sue derivazioni.

Settembre è anche il momento per celebrare la festa di Mabon e l'equinozio d'autunno, importante evento astronomico che ci conduce lentamente alla fine dell'anno celtico, ed all'inizio del nuovo anno...

Le feste celtiche di agosto 2015

Prove di "carattere" celtico
Le feste celtiche continuano nelle lunghe e calde notti d'agosto. Ogni weekend lungo la penisola, potrete trovare occasione per incontrare amici vecchi e nuovi, per ascoltare musica tradizionale ma anche le più scatenate celtic rock band. Un mese di festival da non perdere.

Agosto è anche il mese del dio Lugh, antica divinità celtica del raccolto e del ringraziamento alla terra per i suoi doni.

Per approfondire la festa del dio Lugh leggi: Lughnasadh, lo spirito del grano

Vediamo nel dettaglio le feste del mese

Lughnasadh, lo spirito del grano

Lughnasadh è la prima delle tre feste del raccolto, si festeggia quello del grano in particolare e del ringraziamento alla terra per i suoi doni. Lughnasadh (chiamata anche Lammas dai sassoni) cade tra il 31 luglio ed il 1° agosto e segna l'inizio della stagione dei raccolti. La festa ricorda il sacrificio del Dio (sotto forma di grano): nel suo ciclo di morte, per dare nutrimento alla popolazione e rinascita;  il grano veniva identificato come uno degli aspetti del dio Sole, che i gaelici chiamavano Lúg. Si veglia per il dio del sole, Lugh, che si festeggia con danze, giochi e fuochi.

Folkalendario, per gli amanti delle danze popolari

Cos'è il folkalendario ( aggiornato 20 luglio 2015 )

Il folkalendario è una raccolta di tutti gli eventi legati alle danze folk e popolari nel nord-ovest italiano. E' curato da Marco di Torino che raccoglie con perizia tutte le informazioni relative a feste, corsi, seminari, stage e tutta un'altra serie di appuntamenti legati alle danze folk e danze popolari di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta; vengono inoltre riportate notizie sui principali festival francesi.

Le feste celtiche di luglio 2015

Luglio è un mese "caldo" in tutti i sensi, denso di feste celtiche ogni weekend. Ho preparato una guida più dettagliata alle feste celtiche di luglio per aiutarvi a scegliere e per non perdere nessuna delle emozioni che gli organizzatori stanno preparando per noi.


Celtica - Val Veny - Courmayeur ( Aosta )

Quando:
da giovedì 2 luglio a domenica 5 luglio 2015


Dove:
gli eventi sono nei dintorni di Courmayeur, della Val Veny (bosco del Peuterey) e Pré-Saint-Didier


Celtica in Valle d'Aosta è forse una delle feste più attese in Italia, sicuramente del nord-ovest. Questa festa internazionale di musica, arte e cultura celtica è ormai giunta alla 19^ edizione, e si prensenta più che maggiorenne con un programma davvero interessante...



Litha 2015, le feste celtiche di giugno

Feste e rievocazioni celtiche
in Italia giugno 2015
Giugno è un mese solitamente ricco di feste celtiche, l'occasione è la festa celtica di Litha, che dopo Beltane prosegue le celebrazioni della ruota dell'anno e cade il 21 giugno, in corrispondenza dell'evento astronomico del solstizio d'estate.

Per saperne di più su Litha leggi anche: Litha, portale solstiziale

Anche quest'anno i clan e le associazioni non deludono le aspettative per la ricca proposta di feste, musica, rievocazioni e divertimento. Vediamo nel dettaglio le feste celtiche di Giugno 2015

Litha, portale solstiziale

lithaLa giovane dea che ha incontrato il giovane Dio a Beltane adesso è Litha, incinta e fertile come la terra, feconda e pronta a generare la nuova vita.

Il 21 giugno si la festa celtica di Litha, nel giorno più lungo dell'anno, portale tra il mondo degli uomini e quello degli dei, è una festa di fuoco e di danza.

Festa celtica di Beltane a Masserano - Foto Gallery

Sabato 2 maggio sono stato alla festa celtica di Beltane a Masserano, in provincia di Biella. E' stata una bella giornata e mi sono sentito in famiglia insieme al civile e festoso popolo celtico.

Ho scattato alcune foto, ecco la mia piccola gallery per voi.


 

Prima edizione dello European Celtic Contest

Il logo della prima edizione dello European Celtic Contest
Logo della prima edizione dello European Celtic Contest

Cos'è lo European Celtic Contest ?

L'European Celtic Contest (ECC) è una adunata per le band che fanno musica celtica (o con influenze celtiche) per raccogliere e mettere in sana competizioni tutti i gruppi in europa che gravitano attorno a questo generoso genere musicale.

La cosa interessante è che i promotori del contest sono quelli del Montelago Celtic Festival in collaborazione con gli organizzatori di Mutina Boica e gli organizzatori di Druidia; io direi garanzia di qualità il fatto che tre dei più riusciti festival celtici abbiamo unito le loro forze per l'ECC e quindi prevedo una rassegna con gruppi interessanti ed una proposta musicale ricca.

Come partecipare

Allora siete una gruppo musicale e la vostra musica è ispirata al mondo celtico ?
Non perdete tempo perché il bando scade il 30 giugno 2015.

Il modulo di partecipazione al è scaricabile qui:

Modulo partecipazione allo European Celtic Contest 2015 (PDF)

e deve essere compilato e spedito all'indirizzo email ecc@montelagocelticfestival.com entro le ore 24 del 30 giugno.

L'utilizzo di strumenti della tradizione celtica (arpa, violino, bodhran, cornamuse, ecc) sarà sicuramente un titolo preferenziale, ma l'importante che il vostro repertorio musicalmente affondi le radici o tragga ispirazione dalla cultura celtica.

Non ci resta che augurare in bocca al lupo ai partecipanti... e che lo scontro sia duro ma leale :)

EDIT 31/05/2015:

Il concorso per band emergenti di musica celtica che si svolgerà giovedì 6 agosto 2015 al Mortimer Pub. I vincitori saranno ospiti ufficiali nel 2016 del Montelago Celtic Festival, del Mutina Boica Festival e del Druidia Festival.

Per informazioni ed approfondimenti:

http://www.montelagocelticfestival.it/
http://www.druidia.it/
http://www.mutinaboica.it/

La cultura celtica oggi

Negli ultimi tempi si è potuto assistere ad un lento ma graduale riaffermarsi della cultura celtica, una vera e propria rinascita avviatasi nel secolo scorso e culminata in questi ultimi anni.

Un po' di storia

Si è parlato di rinascita, ma il termine non è del tutto appropriato, in quanto non ci fu una "morte": piuttosto una brusca interruzione, coincidente con l'invasione romana. Gli abitanti della Gallia Cisalpina (e prima ancora i Lusitani e i Celtiberi) furono i primi a subire un processo, ancorché parziale, di romanizzazione, iniziato già nel II Secolo a.C.; ciò tuttavia non impedì a molte popolazioni, specie a quelle ubicate in Piemonte e Valle d'Aosta, di godere di una indipendenza quasi assoluta, tanto che al momento della decisiva battaglia di Alesia (nel 52 a.C.), teatro della definitiva sconfitta dell'Ard Ri (Sommo Re) Vercingetorix, giunsero a combattere Cesare perfino gli Eporediesi, provenienti dal Canavese! Altre zone, come ad esempio la Val di Susa (Segusio), caddero molto dopo: si sono trovate le tracce di un'alleanza "paritaria" tra il Re celtico Cozio I° e l'imperatore Augusto, alleanza che durò fino alla rivolta contro Roma (naturalmente soffocata nel sangue) capeggiata dallo stesso figlio del Re gallico. Ma si era al canto del cigno, perché proprio sotto Augusto caddero anche gli ultimi dunum (roccaforti) dei Salassi, fra cui Cordele, che verrà ribattezzata Aosta. Ciò tuttavia non impedì che in tutta l'Italia del Nord sopravvivessero frammenti di cultura ed usanze celtiche, riconoscibili in particolare dai nomi sopravvissuti ai secoli: Milano (Mediolanum, "Fortezza/Santuario di Mezzo") fu capitale degli Insubri; Torino (ovviamente) dei Taurini; Bologna fu capitale della potente popolazione dei Boi, ed il Veneto prende il nome dall'omonima popolazione ivi stanziata (i Veneti, originari della Francia del Nord); in Veneto vi sono addirittura prove archeologiche attestanti l'origine di cognomi caratteristici ancora attuali, fatti risalire, come in Scozia e in Irlanda, ad eroi, clan o personaggi vissuti addirittura nel V Secolo a.C., e comuni ed immutati ancora oggi!! A prescindere da questa curiosità, e volendo riassumere, la romanizzazione dell'area cisalpina  fu purtroppo presente, ma non particolarmente aspra e repentina. Inoltre la presenza celtica in tutta l'Italia Settentrionale e centrale era assai massiccia e antica, fin dal 600 a.C. allorché erano penetrate in queste zone le popolazioni dei Biturigi, Arverni, Senoni, Edui, Ambarri, Carnuti ed Aulerci, ma anche prima (le popolazioni "autoctone" come ad esempio i Liguri sarebbero verosimilmente di ceppo celtico, ma giunte in tempi antecedenti: lo dimostra tra l'altro la perfetta integrazione avvenuta in questo periodo.
Se in Gallia cisalpina, come si è detto, la romanizzazione non fu particolarmente brusca, nel resto d'Europa tale processo fu invece molto più rapido e drammatico: l'ostinata resistenza opposta a Cesare e l'abbozzo di confederazione delle varie Tuath (popolazioni capeggiate da un Re) convinsero quest'ultimo ad abbandonare la tanto decantata tolleranza romana in fatto di religioni e costumi dei popoli assoggettati, e ad attuare una ferrea persecuzione volta allo sterminio, né più né meno, della classe druidica, giustamente percepita come elemento unificante e fondamento della società celtica: si ha traccia di numerosi editti in questo senso, promulgati ad intervalli regolari fin sotto l'imperatore Claudio. A questo fatto si aggiunga inoltre l'effetto devastante della campagna di conquista (solo sotto Cesare si parla di un milione di morti e di un altro milione di uomini condotti in schiavitù): la civiltà celtica continentale semplicemente cessò di esistere, tranne che in sacche isolate e destinate ad una omologazione più o meno rapida.
Ciò che determinò questo brusco oblio fu proprio la scomparsa della classe sacerdotale, da sempre unica depositaria delle conoscenze scientifiche, giuridiche, mediche, religiose e mistiche, oltre che della storia e del corpus mitologico locale. Tutto ciò andò interamente ed irrimediabilmente perso in quanto era affidato unicamente alla memoria dei Druidi.

I Celti ritenevano infatti che la scrittura (che pure conoscevano) non fosse un mezzo adatto al tramandamento e alla conservazione della conoscenza, che doveva invece essere interamente affidata alla memoria e alla parola. Questo perché il sapere e le tradizioni erano percepite come un qualcosa di vivo, in continua evoluzione, che veniva recepito non passivamente ma rielaborato, riscoperto da colui che ne veniva messo a parte: solo la parola, altrettanto viva, era dunque il mezzo idoneo a comunicare la sapienza, mentre la scrittura era vista come uno strumento morto, fisso e statico.
In seguito a questo fatto, e nel caso specifico della cultura epica, la produzione continentale è andata irrimediabilmente perduta, o quasi, come si vedrà più avanti; diverso il caso dell'Europa insulare, in cui la penetrazione romana fu più blanda o addirittura inesistente (in Irlanda): proprio da queste zone provengono le uniche opere che tutt'oggi possediamo, trascritte più o meno fedelmente da monaci cristiani: è il caso del manoscritto gallese del Mabinogion, dei tomi irlandesi del Tàin Bò Cuailngé, del Libro delle Invasioni...

Sopravvivere alla romanizzazione

A parte queste opere frammentarie e lacunose, nonostante l'impegno romano molti elementi prettamente celtici sopravvissero come sostrato culturale: perfino la religione, sebbene minata alle basi dalla scomparsa del druidismo, ebbe una sua continuità testimoniata ad esempio da numerose epigrafi o da fenomeni locali come il "culto delle matrone" attestato nelle Alpi Occidentali e sopravvissuto in toponimi quali ad esempio Brigantium (da Brigantia, dea rurale e dei fiumi), l'antico nome di Briançon. In Inghilterra sopravvisse fin nel medioevo la credenza in Cernunnos, che assunse diversi nomi, divenendo di volta in volta Herne il Cornuto, Robin Goodfellow oppure il Master of the Wild Hunt (una sorta di angelo della morte che percorreva nottetempo le zone selvagge a bordo di un carro da guerra e con una muta di ferocissimi cani), entrambi chiaramente identificabili in quanto descritti come dalla forma umana e dalla testa di cervo. Pare che in seguito il dio cornuto venisse addirittura identificato con la figura di San Dunstano, patrono dei bracconieri, citato da Sir Walter Scott in Ivanhoe, ma l'ipotesi non sembra rafforzata da adeguate basi scientifiche.
Fu proprio il sostrato di cui si è detto sopra, comune per giunta a tutta l'Europa, a far sì che le braci della cultura celtica non si spegnessero. Va inoltre notato che la cristianizzazione delle terre celtiche fu relativamente rapida e indolore, persino in Irlanda dove, all'arrivo di San Patrizio, la classe druidica era ancora presente. Questo poté avvenire grazie alla sorprendente lungimiranza della Chiesa dell'epoca, che seppe coniugare una propaganda capillare ed un rispetto illuminato per le tradizioni locali. In quella fase della storia d'Irlanda non ci furono roghi né inquisitori. San Patrizio e i suoi successori ebbero il merito di saper tollerare gran parte del folklore locale, riproponendolo al popolo in chiave cristiana e riuscendo a strumentalizzarlo ai propri fini. La Chiesa seppe insomma portare avanti l'evangelizzazione del popolo irlandese senza cancellarne completamente l'identità storica e culturale. Le divinità locali continuarono ad esempio ad essere venerate come santi patronali, i luoghi considerati magici (sorgenti, pozzi, tumuli...) divennero luoghi miracolosi grazie all'intercessione di altri santi che vi erano in qualche modo legati (o che spesso, verosimilmente, vennero inventati di sana pianta); e le varie feste druidiche annuali, persa la loro connotazione pagana, continuarono ad essere onorate con la benedizione della Chiesa. Valga per tutte l'esempio di Samhain, che ricorreva in occasione della prima luna piena di Novembre e che metteva in comunicazione il mondo degli uomini con l'Annwyn, il mondo degli spiriti. Essa venne fissata al 1° Novembre, e divenne la festa di Ognissanti (in questi ultimi tempi se ne è addirittura recuperata (a sproposito) la connotazione pagana, con la festa (a mio parere piuttosto inutile ed estranea alla nostra cultura) di Halloween). Si noti per inciso che altre feste come Beltane, che sul continente non ricevettero un'investitura così ufficiale dalla Chiesa, sopravvissero comunque in qualche forma nei piccoli centri rurali e montani, fino al nostro secolo: si pensi ai fuochi di S.Giovanni, o alla festa nordeuropea di Calendimaggio. Anche alcune tradizioni peculiari, come il bacio sotto il vischio nella notte di Capodanno, risalgono direttamente ad usanze celtiche quando non druidiche (il vischio era un potente simbolo di rigenerazione, raccolto dai druidi con particolari rituali ed utilizzato come pianta medicinale).
La sopravvivenza di radici celtiche nella cultura europea è, dunque, ben attestata fin dai primi secoli della nostra era, ma non si può parlare, tranne in rari casi, di vere e proprie opere letterarie: la cultura "ufficiale" era pur sempre di stampo classico; bisogna dunque attendere l'Alto Medioevo per vederle legittimate ad un rango più elevato. Accadrà nella letteratura cavalleresca e cortese, in cui molte tematiche sono spiccatamente celtiche: in primis, l'elemento magico e fatato che spesso pervade leggende, ballate e canzoni di questo periodo, da Chretién de Troyes in avanti; in secondo luogo l'ideale cavalleresco, la guerra vista come forma d'arte e rigidamente codificata secondo precise regole di comportamento, è un elemento permeante dell'aristocrazia guerriera celtica, e da essa è stato mutuato, filtrandolo naturalmente con la mentalità del tempo ed integrandolo con ideali religiosi. Oltre a questi elementi di base,  si noti che Trovatori e Trovieri erano menestrelli di professione, veri e propri Bardi che, persa l'aura sacrale, continuavano almeno in parte a svolgere le antiche funzioni, producendo e tramandando una cultura destinata all'intrattenimento dell'aristocrazia guerriera. E le loro storie avevano spesso radici molto più antiche di quanto essi stessi non immaginassero: il Ciclo Arturiano, in particolare, è quanto di più squisitamente celtico sia mai stato prodotto al di fuori dell'Irlanda, e personaggi e tematiche sono ritrovabili in opere più antiche e più "pure" dal punto di vista filologico, quali ad esempio il Mabinogion gallese.

La riscoperta celtica

A questa riscoperta del celtico (di cui ci si renderà conto solo molti secoli dopo, e che vedrà la partecipazione di autori del calibro di Maria di Francia, Beroul, Monmouth, Wace, Thomas, EIlhart Von Oberg, Gottfried von Strassburg, e in epoca più avanzata Thomas Malory) fece eco un nuovo periodo di silenzio: con la fine del medioevo la concezione mistica, astratta della realtà tanto in sintonia con la cultura celtica divenne fuori moda, e nel Rinascimento l'Umanesimo e la riscoperta dei Classici infersero un nuovo decisivo colpo. Tuttavia qualcosa di tanto in tanto continuò ad affiorare, specie in Europa settentrionale: si pensi ad alcune opere di Shakespeare, ad esempio il "Macbeth", l'"Amleto", "La Tempesta", per non parlare poi di "Sogno di una Notte di Mezza Estate", in cui oltre ai personaggi del mondo fatato (i cosiddetti Sidhe) compare perfino... il dio celtico Cernunnos, nei panni di Puck - Robin Goodfellow, folletto al servizio del Re delle Fate, Oberon.
Bisognerà tuttavia attendere la seconda metà del  XVIII secolo per assistere ai primi, decisivi colpi letterari inferti al Neoclassicismo: ad esempio da parte del Conte di Caylus, che "riscoprì" i suoi antenati Galli e per primo "osò" il paragone delle vestigia celtiche con le meraviglie egiziane. O Thomas Gray, autore fra l'altro di due famosi poemi runici. Ma il più importante riscopritore fu un poeta scozzese, James Macpherson, il primo a riproporre al pubblico europeo poemi di stampo e tematiche squisitamente gaeliche, che ebbero un influsso enorme, spianando fra l'altro la strada al Preromanticismo e al Romanticismo (perfino in Foscolo si può parlare, in alcuni passaggi, di "echi ossianici"). Macpherson fu insomma la scintilla che fece, dopo due millenni, divampare il pagliaio: dopo di lui poeti del calibro di Burns o di Yeats riportarono alla luce, ammantandoli di nuova dignità letteraria, elementi del folklore celtico, e il loro potente impulso non si è ancora arrestato, né accenna a farlo. La cultura celtica trovò insomma nel Romanticismo un ambiente fertile, persino in campo musicale: celebre è la "Norma", opera lirica del Bellini (1830) che ha per protagonista proprio una druidessa.
Da queste premesse, ciò che era sopravvissuto ai secoli poté finalmente sbocciare a nuova vita. Va detto inoltre che negli ultimi anni la politica dell'Unione Europea, da sempre volta al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze e delle radici etniche e culturali, ha saputo dare una spinta particolarmente significativa a questo processo, il cui risultato è attualmente sotto gli occhi di tutti: lingue a rischio di estinzione solo fino a due generazioni fa sono oggi insegnate regolarmente nelle scuole pubbliche (naturalmente, NON in Italia...), ed in alcuni casi sono state risollevate all'antico rango di lingue nazionali (è il caso, nella Repubblica Irlandese, del Gaelico, equiparato  all'inglese anche per scopi nazionalistici, e di molte altre lingue o dialetti locali, come il cimrico o il bretone). Come si è accennato, nel nostro paese l'interesse per il sostrato linguistico celtico è pressoché nullo (forse un'eredità di Gentile?), ed è stato a malapena vagliato da qualche sporadico erudito, come Costantino Nigra (personaggio chiave del risorgimento italiano).
Già questo fatto sarebbe, da solo, degno di nota: la lingua è infatti l'espressione più alta della cultura e dell'identità di un popolo. Ma la rinascita celtica è andata ben oltre: oggi si può parlare infatti di una «nazione virtuale che si estende al di là dei mari» e «raggruppa un po' meno di diciotto milioni di abitanti» comprendendo Scozia, Irlanda, Galles, Bretagna... (cito traducendo da un articolo apparso sull'edizione internazionale di "Le Monde", 8-9 Agosto 1998). In effetti chi ha avuto occasione di visitare uno di questi paesi (la Bretagna in particolare) si sarà sicuramente accorto di come la gente si senta celta, al di là della nazionalità: sul piano politico sono sorti ovunque movimenti indipendentisti, ma questo non sarebbe di per sé degno di nota se non fosse accompagnato da un interesse sensazionale per ogni elemento tradizionale: il Trischele, simbolo druidico che incarna l'equilibrio degli elementi, l'armonia tra la Terra, l'Uomo e l'Annwyn, e più in generale la struttura tripartita dell'Universo, è diventato vessillo di questo imponente movimento culturale, e lo si trova dappertutto: bandierine, monili, decorazioni, gelati, adesivi sulle macchine, catenine, gioielli, persino nelle vetrate delle cattedrali gotiche (testimonianza fra l'altro della sopravvivenza medioevale degli elementi decorativi tradizionali).

Influenza celtica odierna nelle arti

La riscoperta di questa identità culturale si esprime oggi principalmente nella musica. Senza scendere nello specifico, ci si soffermi un attimo su qualcuno degli ultimi successi del 1998, ad esempio la celeberrima "My Heart Will Go On" di Céline Dion, ultratrasmessa colonna sonora del polpettone-Titanic: ebbene, l'incipit (oltre all'impronta vocale) è di stile inequivocabilmente celtico, così come "Live Forever", altro hit delle Spice Girls; e non sono che esempi (potrei citare persino una o due canzoni del canadese Brian Adams, o addirittura il soundtrack dell'"Ultimo dei Mohicani", film di una decina di anni fa...). Al di là di queste "citazioni", che testimoniano però l'inclinazione attuale del pubblico mondiale verso un determinato filone, decine e decine di gruppi musicali esclusivamente celtici sono sorti negli ultimi anni: a parte i Chieftains (famoso gruppo folk irlandese) ed Enya (musicista irlandese spesso in vetta alle classifiche ma a mio avviso un po' troppo commerciale) si possono citare artisti come Loreena McKennit, sofisticata cantante irlandese, l'arpista Alan Stivell, il gruppo belga Orion, i galiziani Celtas Cortos, i bretoni Dan Ar Braz oppure i  Bagad Kemper, gli irlandesi Déanta, e moltissimi altri, che hanno in comune il fatto di comporre canzoni in cimrico, gaelico o bretone, e l'utilizzo degli antichi strumenti (arpa, cornamuse, percussioni particolari, violino celtico, corni...) affiancati a quelli moderni. Ultima novità "continentale", infine, è costituita dai Manau, innovativo gruppo francese autore di un indefinibile rap celtico, arricchito da stacchi strumentali molto suggestivi: nell'estate del '98 il loro hit, "La Tribu de Dana", racconto di un'antica battaglia, è stato trasmesso molte volte anche da emittenti italiane, e ancora nei primi mesi del '99 il gruppo è nella top-ten delle classifiche europee dei singoli. Peccato che ai loro testi manchi una più adeguata documentazione storica, che forse verrà col tempo. Richiami celtici, specie negli stacchi strumentali, sono infine facilmente individuabili nelle canzoni dei Corrs, gruppo rock irlandese recente ma molto valido.
La vitalità di questo filone musicale, comunque, è ulteriormente testimoniata dal successo dell'annuale Festival Interceltico di Lorient, cittadina bretone in cui ogni anno affluiscono artisti da ogni parte d'Europa, radunando più di 400.000 spettatori: il Festival è ormai giunto alla sua 28^ edizione, ed è considerato in Francia un fenomeno culturale di primissimo piano.
Lasciando da parte la musica, un altro filone in cui la cultura celtica emerge con particolare forza è la letteratura (soprattutto fiction), fin già dalla prima metà del secolo: la nascita e l'affermazione del genere fantasy ha gradualmente portato alla riscoperta di un gusto per storie di ambientazione e taglio celtico, che in questi ultimi anni si sono configurate come una vera e propria branca del genere. Accanto, dunque, ai primi tentativi di un fantasy "preceltico" di Conrad e Vance (heroic fantasy alla Conan, per intenderci) sono emerse opere di taglio più realistico e più fedele all'epoca, specialmente grazie ad autori del calibro di Morgan Llywelyn, Stephen Lawhead, e diversi altri. La linea di demarcazione si ebbe con un grande scrittore inglese, l'unico del suo genere ad essere studiato nelle Università di tutto il mondo, e che non ha bisogno di presentazioni o di commenti: J.R.R. Tolkien. "Lo Hobbit" e "Il Signore degli Anelli" (fra le molte altre sue opere) segnarono il passaggio ad un tipo di fantasy più marcatamente fiabesco, pervaso da una genuina atmosfera celtica ricostruita con pacata ironia e sapienti pennellate.
Anche nel campo dei fumetti si riscontra un certo interesse per l'antichità celtica, anche se il prodotto non sempre riproduce in modo fedele la storia o i costumi dell'epoca: vale comunque la pena di citare l'inglese Slane, ispirato ad un antico re d'Irlanda ed impregnato di misticismo celtico, ancorché piuttosto superficiale e "grezzo"; caso a parte, ovviamente, è costituito dall'arcimitico Asterix, che non ha assolutamente bisogno di commenti, visto il successo mondiale e pluridecennale. Qui il discorso di fedeltà all'epoca è ben diverso, la ricostruzione fatta da Uderzo e Goscinny è tale da interessare persino gli studiosi, tanto che gli studenti di Storia Celtica di alcune Università se ne vedono consigliati gli albi alla stregua di "libri di testo integrativi"! (Credeteci, credeteci, è verissimo!)
Infine, anche nel mondo del cinema è in atto una graduale riscoperta delle tematiche celtiche: chi di voi non ricorderà il kolossal di Mel Gibson, "Braveheart", basato sulla storia (vera) dell'eroe scozzese William Wallace? L'epoca è avanzata (1300 d.C.), l'ambientazione è dunque celtico-cristiana, ma si tratta del primo film di un certo peso della storia del cinema ad essere fatto "dalla parte dei Celti" e non dei conquistatori di turno, siano essi Romani o Inglesi. Altro grande successo, anche se di impronta ovviamente diversa, si prospetta essere il nuovo film su Asterix, che  vede nel cast attori del calibro di Gérard Depardieu e... Roberto Benigni!
Un ultimo cenno lo meritano le arti figurative: nel Romanticismo, e in particolar modo in epoca napoleonica, in funzione della propaganda nazionalistica e della politica di grandeur da questi propugnata, vennero ampiamente utilizzati soggetti attinenti al passato gallico della Francia, o a tematiche genericamente celtiche: esempi famosi sono "Il sogno di Ossian" di Ingres, commissionato dallo stesso Imperatore per il Quirinale; o "Ossian accoglie gli spiriti degli eroi morti" di Girodet, in cui è raffigurato lo stesso Napoleone nella veste dell'Eroe accolto nei mondi superni... Continuando, si potrebbero citare un'infinità di litografie, incisioni e quadri ad opera di svariati autori europei del XIX secolo: tra gli altri, "Vercingetorige chiama i Galli in difesa di Alesia" di Ehrmann, "Combattimento di Galli e Romani"  e "I Galli in vista di Roma" di Luminais, "Incontro di Cesare e Ariovisto in Alsazia" di Schutzenberg, ed un'infinità di opere meno famose ma altrettanto pregevoli.
Quanto si è detto riguarda le tematiche esplicitamente celtiche delle arti figurative; per quanto concerne lo stile, invece, il discorso è totalmente differente: gli elementi decorativi classici sono stati utilizzati ininterrottamente in Nord Europa negli ultimi duemila anni, ed ancora adesso sono incredibilmente attuali, dalla Bretagna alla Scozia, dall'Irlanda al Québec. Essi sono caratterizzati da un astrattismo fondato su rigorose simmetrie, nonostante l'andamento spiraleggiante ed estremamente complesso: un vero dedalo di linee, curve e spirali dalla cui ripetizione vengono formate figure umane o animali, figure che si intrecciano e si fondono armoniosamente le une nelle altre, sfiorando la realtà delle cose senza mai accostarla, fermandosi al piano dell'idea, dell'essenza.

Note all'articolo

Il presente articolo è una trascrizione dell'originale di "balor" pubblicato online nel 2004. La versione originale non è più accessibile per cui ho giudicato di riproporre il materiale con marginali modifiche di impaginazione.

Beltane 2015

Palo di Maggio
Palo di Maggio
Il ponte del primo maggio vedrà un ricco calendario di celebrazioni per la festa celtica di Beltane,
vediamo nel dettaglio dove e quando possiamo condividere momenti di festa ma anche di meditazione e sacralità, per rivivere i riti del palo di maggio e dei sacri fuochi.

Beltane

Fonti gaeliche del X secolo affermano che durante la festa di Bealtaine i druidi accendevano dei falò sulle cime dei colli e vi conducevano attraverso il bestiame del villaggio per purificarlo ed in segno di buon augurio. Anche le persone attraversavano i fuochi, allo stesso scopo. L'usanza persistette attraverso i secoli e dopo la cristianizzazione i popolani sostituirono i druidi nell'accendere i fuochi.

Per questa festa c'è una vera e propria riscoperta, ed anche in Italia da alcuni anni è diventata un appuntamento fisso per gli appassionati di celtismo, ma può diventare un momento di incontro anche solo per chi è curioso di avvicinarsi a questo mondo.

Per approfondire sull'origine e significato della festa leggi: Beltane, il primo maggio celtico

Vediamo alcuni degli appuntamenti più interessanti in giro per l'italia

Insubria Festival - Marcallo con Casone ( Milano )

logo insubria
Insubria
Quando: il 25 aprile 2015 e dal 30 aprile al 3 maggio 2015
Dove: Marcallo con Casone

Organizzato dall'associazione culturale "Terra Insubre" offre rievocazioni, stage di strumenti musicali, concerti, degustazione birre artigianali ed ovviamente il mercato dell'artigianato celtico. Il festival cade vicino alla festa di Beltane e viene proposto anche il rito del "palo di maggio".

Tra gli appuntamenti più interessanti da segnalare:

Sabato - 25 aprile

ore 10:00 Apertura campo storico con taglio del ceppo, lancio del tronco, tiro con l'arco, spinta dello scudo, tiro al bersaglio con lancia, lettura degli ogham, pittura tribale del viso, tessitura con tavolette, conio della moneta, visita guidata al riconoscimento degli alberi, banchetto di erboristeria e altro ancora.
ore 15:00 Concerto dei "Vagus Animis"
ore 18:00 Stage di danze celtiche
ore 23:30 Concerto dei "Vagus Animi"

Giovedì - 30 aprile

ore 21:30 Concerto dei "Gamba de Legn".

Venerdì - 1 maggio

ore 10:00 Apertura mostra fotografica "ACQUADULZA" presso il campo da tennis.
ore 10:00 Stage di arpa celtica presso lo stand dei Green Circle. (fino alle 18.00)
ore 16:00 Stage di danze celtiche
ore 20:00 Concerto di "Denise Cannas"
ore 21:30 Concerto dei "Dragon Harp"
ore 23:00 Concerto dei "The Clan"

Sabato - 2 maggio

ore 15:00 Conferenza "Il cielo degli agricoltori insubri" a cura del Prof. A. Gaspani presso la sala Carlo Cattaneo.
ore 16:00 Rito del "Palo di Maggio".
ore 17:00 Stage di danze celtiche
ore 17:30 Dimostrazione combattimento S.C.A.B. presso il campo storico.
ore 20:00 Concerto degli "Orobics FnR"
ore 22:00 Concerto di "Van De Sfroos acoustic Tribute" con Davide "Billa" Brambilla, Livio Galio e Maurizio "Gnola" Glielmo
ore 23:00 Concerto dei "Dirty Bastards".
ore 24:00 Accensione dei fuochi sacri di Beltane (Parco di Villa Ghiotti).

Domenica - 3 maggio

ore 17:00 Battaglia fra Clan (Parco di Villa Ghiotti)
ore 18:30 Aperitivo Celtico presso la Tensostruttura
ore 20:00 Cena celtica (su prenotazione).
ore 21:00 Concerto dei "Keily’s Folk"

http://www.insubriafestival.org/

Cerimonia Druidica di Beltane - Monte Cinto ( Padova )

Quando: sabato 25 aprile 2015
Dove: Monte Cinto, nel Parco Colli Euganei ( Padova )

Cerimonia druidica di Beltane sul Monte Cinto
Cerimonia druidica di Beltane sul Monte Cinto
Una Festa in Abito Storico, per gli amici celtiferi. La Cerimonia Druidica e la Festa di Beltane, è pensata anche e soprattutto per gli indomiti ricostruttori, che fanno tante bellissime cose per i turisti delle feste celtiche, e che si preparano per la stagione entrante. Ma quando capita di trovarsi tra di noi, per il solo piacere di sentirci Celti?

La danza del palo di maggio "...le donne e gli uomini si dividono in due gruppi, alternandosi intorno al palo del Maggio ed ognuno tiene tra le mani il nastro colorato legato alla sommità del palo, mantenendolo dritto per permettere alla corona di rimanere in cima. La mano all'esterno del cerchio tiene la fine del nastro. La mano all'interno controlla l'altezza e la tensione del nastro; il nastro deve essere tenuto dritto ma senza tirare troppo..."

A partire della ore 19.00, con possibilità di campeggiare.

Per informazioni:

Ilaria 347.4119612
doronbeth@outlook.it

Festa Celtica di Beltane di Masserano (Biella)

Quando: da venerdì 1 maggio a domenica 3 maggio 2015
Dove: Parco Arcobaleno Fraz. Cacciano - Masserano ( Biella )



festa celtica di beltane a Masserano
Festa cetlica di Beltane a Masserano 
Giochi, danze e spiritualità per la festa di Beltane a Masserano (presso il Parco Arcobaleno - frazione Cacciano), giunta alla sua 19^ edizione. Un appuntamento ricco di incontri, concerti e spunti di meditazione. Interessanti le proposte gastronomiche e la parte ricreativa con giochi e danze. Da non perdere ovviamente il rito del "palo di maggio" domenica pomeriggio a partire dalle 16.30

Tra le attività più interessanti sono da segnalare:
  • dimostrazione di combattimenti storici
  • stages di tiro con l'arco per adulti e bambini
  • stages di suono del corno e giochi di Forza Celtica
  • stages di danze per adulti
  • stages di arpa celtica
Tra le conferenze segnaliamo:
  • Donne Guerriere
  • Cenni sulla stele bilingue di Vercelli
  • Il Futuro dell’Unione Comunità Neopagane
  • Erbe e piante magiche
  • Astrologia Celtica
  • Il Graal e la ricerca dell’Assoluto
Per quanto riguarda i concerti

Venerdì 1 maggio 2015
  • 21:00 ADRIANO SANGINETO arpa creativa
  • 21:30 CELTIC PIANO (Celtic Prog)
  • 23:00 FUROR GALLICO (folk celtic pagan metal)
Sabato 2 maggio 2015
  • 20:30 Concerto ADRIANO SANGINETO ( arpa creativa)
  • 21:00 Concerto VALLORCH ( Pagan Folk Metal)
  • 23:30 LOSNA FIRE (spettacolo dei Fuochi)
  • 24:00 Concerto MALADECIA (Folk Metal)

Domanica 3 maggio 2015
  • 14:00 THE MIDNIGHT - folk celtic medieval music (zona palco)

Per tutte le informazioni dettagliate:
http://www.anticaquercia.com/

Disponibile in formato PDF:
programma completo festa di Beltane

Beltane e la festa di calendimaggio a Valdieri ( Cuneo )

Quando: da sabato 2 a domenica 3 maggio 2015
Dove: Valdieri ( Cuneo )


Beltane a Valdieri (Cuneo)
Beltane a Valdieri (Cuneo)
Una festa per scoprire quanto sia viva la tradizione celtica nel cuneese, due giorni organizzati dall'associazione Terra Taurina patrocinata dal comune di Valdieri.
Si parte con un "pomeriggio fra i celti" sabato pomeriggio presso l'arena di Valdieri a seguire la danza delle spade e l'excingomago con la rielezione delle cariche tribali.
Sempre nella serata di sabato 2 si darà vita al rituale propiziatorio di Beltane ed agli sposalizi celtici.
La domenica sarà dedicata alla dimostrazione di scherma celtica.

https://terrataurina.wordpress.com/

Corsenum Festa celtica di Beltane - Bagni di Lucca ( Lucca )

Quando: sabato 9 e domenica 10 maggio 2015
Dove: Bagni di Lucca ( Lucca )

Nell'antico sito celtico di Bagni di Corsena, oggi Bagni di Lucca, due giorni di conferenze, spettacoli e musica per festeggiare Beltane e il calendimaggio.


Il primo maggio celtico Beltane

"L'Uovo si è schiuso ed è iniziata l'Era del Serpente"

Beltane
Beltane
L’uovo di Oestara si è schiuso e il “serpente”, simbolo della Grande Dea, è uscito dal guscio e si manifesta nella vita che divampa nella natura: nelle fioriture e nelle cucciolate. È il tempo di celebrare con gioia i colori vividi e i profumi vibranti della stagione, le brezze che annunciano la prossima estate e l'estasi della terra dopo il lungo inverno. Beltane, grande festa di Fuoco, è arrivata!

Beltane o Beltaine (dal gaelico irlandese Bealtaine o dal gaelico scozzese Bealtuinn; entrambi dall'antico irlandese Beletene, "fuoco luminoso") è un antica festa gaelica che si celebra attorno al primo maggio. "Bealtaine"  è anche il nome del mese di maggio in irlandese ed è anche tradizionalmente il primo giorno di primavera in Irlanda. È il giorno situato a metà fra l'equinozio di primavera ed il solstizio estivo, astronomicamente il giorno corretto sarebbe il 5 maggio.

Fonti gaeliche del X secolo affermano che i druidi accendevano dei falò sulla cima dei colli e che vi conducevano attraverso il bestiame del villaggio per purificarlo ed in segno di buon augurio. Anche le persone attraversavano i fuochi, allo stesso scopo. L'usanza persistette attraverso i secoli e dopo la cristianizzazione (i popolani sostituirono i druidi nell'accendere i fuochi), fino agli anni '50. La celebrazione sopravvive ancora oggi in alcuni luoghi, dove principalmente le persone vengono fatte passare attraverso i fuochi. Beltaine viene celebrato con una rappresentazione rituale del rapporto fra il Dio e la Dea. La tradizione endemica europea di accendere fuochi e falò in occasione di festività primaverili o legate ad equinozi e solstizi è la traccia indelebile degli antichissimi riti legati al Dio Belanu - Belenos; in Italia i celtoliguri erano senz'altro tra gli adoratori del dio e celebravano questa festività. Ancora oggi esiste in molte culture contadine, come ad esempio in Piemonte, in alta Valle Camonica (BS), la tradizione di accendere grandi fuochi  in alto sui monti, ben visibili da fondo valle.

Beltane è un momento in cui le energie della luce e della vita si manifestano nel loro aspetto più gioioso e trionfale.  Questo è un tempo in cui celebriamo il ritorno dell'estate e della fertilità, periodo di scampagnate e feste all'aperto. E' un periodo dell'anno in cui di solito ci sentiamo fisicamente bene, in cui i nostri bioritmi si sono adattati alle accresciute ore di luce e ci siamo lasciati alle spalle i momenti critici della fine dell'inverno e dell'inizio della primavera.
Anche psicologicamente i nostri pensieri si volgono all'esterno, per fare e operare.
E' il momento di passare più tempo con gli altri. E' anche tempo di stimolare la nostra creatività e la nostra fertilità interiore.

Nella tradizione celtica i due grandi festival dell’anno solare erano Samhain e Beltane, rispettivamente la celebrazione della morte e della rinascita: questi aspetti vanno pensati in riferimento sia al mondo materiale (vegetazione, campi e animali) sia al mondo spirituale interiore dell’Uomo.
Beltane è il giorno con cui incomincia la fase estiva delle attività legate alla terra e una volta era il momento in cui il bestiame veniva portato ai pascoli dopo lo svernamento.

L’accento sulla fertilità e sulla guarigione era fondamentale: i fuochi delle case venivano spenti e venivano riaccesi dal Fuoco Sacro del rituale per portare nella casa una fiamma benedetta che fosse beneaugurante. I campi e le case erano benedetti altresì con delle  foglie brucianti ; si saltava attraverso i falò per predire l’altezza del raccolto dai salti effettuati e quando i fuochi si erano spenti, si facevano passare le greggi e le mandrie sulle ceneri per propiziarne la salute e la fertilità, dalle quali dipendeva la vita degli abitanti dei villaggi.
Un’altra bellissima tradizione celebrativa era detta “portar dentro maggio”: i giovani del villaggio andavano per campi e boschi a mezzanotte del 30 aprile per raccogliere fiori con cui adornare sé stessi, i familiari e le case. Nel ritorno, si fermavano ad ogni porta a lasciare un fiore.

I villaggi eleggevano una bella giovane coppia per rappresentare il re e la regina di Maggio, che nei paesi anglosassoni venivano chiamati John Thomas e Lady Jane. Alla festa di Beltane il popolo danzava intorno al palo piantato al centro di una radura, simbolo di vitalità e fertilità. Poi si raccoglievano i fiori e si passavano notti insieme sotto le stelle nel bosco. Beltane è il tempo del latte e del miele.
Beltane è una delle feste principali nel calendario popolare ed è celebrato con miele, focacce di farina d’avena e formaggi.
Un'altra tradizionale attività è attaccare nastri rossi  a cespugli di biancospino per propiziare amore, fortuna o guarigione.
La fine della metà oscura dell’anno e l’inizio dell’estate ha costituito da sempre un momento di passaggio in cui la rigenerazione della vita vegetale è anche la resurrezione della vita cosmica.
Nella tradizione celtica le due feste maggiori erano quelle che segnavano rispettivamente l’inizio dell’estate e l’inizio dell’inverno. Come molte atre popolazioni pastorali, gli antichi celti avevano infatti due sole stagioni: la metà oscura e la metà luminosa dell’anno. Le successive suddivisioni dell’anno furono introdotte più tardi dagli agricoltori.
i Fuochi venivano accesi in onore di Bel (Belenos, Balor) il Luminoso, Dio della Luce e del Fuoco, una controparte celtica di Apollo, equivalente del gallico Chernunnos e del britannico Herne: due divinità maschili della fertilità signori dei boschi e degli animali.
Questi ultimi sono una controparte nordica del Dio Pan ed il loro culto, celebrato nei boschi e nelle campagne, sopravvisse a lungo nel Medioevo; tanto da aver contribuito a creare l’immagine delle streghe adoratrici del demonio.
Simbolicamente Chernunnos e Bel possono essere due aspetti del Dio Cacciatore che feconda la Dea Fanciulla, aspetti rappresentati da i due temi che dominano la festa di Beltane: Fertilità e Fuoco.
Il Fuoco in questa festa rappresenta appunto il calore della passione che genera la vita, o anche l’ardore dei guerrieri durante la caccia, passione che anch’essa suscitava nel corpo, nella mente e nello spirito una grande eccitazione.
I fuochi di Bel erano accesi sulle colline, per celebrare il ritorno della Vita e della Fertilità nel mondo.
In Galles nove uomini rimuovevano dalle loro persone tutti gli oggetti di metallo, e andavano nei boschi a raccogliere nove diversi tipi di legna, che veniva posta in un buco nel terreno e accesa ritualmente con due pezzi di legno di quercia, sfregati insieme per creare scintille. I nove tipi di legna erano probabilmente i nove legni sacri dei Druidi: Sorbo selvatico, Quercia, Salice, Nocciolo, Betulla, Biancospino, Melo, Pino, Vite o Rovo.
Il numero nove nella tradizione celtica è il numero che indica la completezza, quindi simbolico del cosmo.
Il fuoco sacro era simbolo del fuoco celeste, il calore primordiale che produsse la creazione, e che si ripresentava a ogni ritorno della primavera. E’ significativo l’uso del legno di quercia, infatti la quercia è l’albero attribuito alla metà luminosa dell’anno, che proprio a Beltane celebra il suo trionfo.

Rito del palo di maggio durante la festa celtica di Beltane
Rito del palo di maggio durante la festa celtica di Beltane
Il fuoco distrugge i poteri ostili, purifica l’aria e favorisce la fertilità di tutti gli esseri viventi, per questo anche le persone e gli oggetti venivano fatti passare attraverso i due fuochi. La gente danzava attorno ai falò, si svolgevano danze con alti salti, quali la Danza del Cervo e la Danza del Salmone Saltante, ricordi di antiche danze di caccia e pesca. Molte donne danzavano in cerchio su bastoni di legno (poi diventati scope) in una frenetica danza di fertilità. Quando le fiamme dei falò iniziavano ad abbassarsi, le persone saltavano i fuochi per propiziarsi la fortuna. Così giovani e ragazze saltavano per trovare l’anima gemella, i viaggiatori per garantirsi viaggi sicuri, le spose per avere figli e persino le donne gravide per assicurarsi un parto facile. In fine le ceneri dei fuochi venivano sparse sulla terra per garantire la fecondità dei campi.

Beltane era la festa nella quale la Madre Terra ed il grande Dio dei Boschi si univano, per garantire la continuità, l‘abbondanza e la vita.
In questo periodo, vero e proprio momento “caotico” di passaggio, le leggi della realtà ordinaria sono quasi sospese e si aprono le porte dei regni ultraterreni come il Sidhe: il regno fatato dei celti. In questo periodo le fate appaiono agli umani e molte leggende associate a queste feste riguardano spesso gli incantamenti dell’Altro Mondo.
La festa celtica di Beltane divenne la festa medievale di Calendimaggio. L’inizio della bella stagione era celebrato con tornei dove il vincitore, personificazione del Dio vittorioso, otteneva il diritto di sposare la damigella per cui si era battuto.
Rami e fiori venivano portati dai boschi, la mattina di Beltane, per decorare porte e finestre o per fabbricare ghirlande che i giovani portavano in giro per le strade cantando, chiedendo cibo e dolci in cambio. Infatti una caratteristica di questa festa è la celebrazione della vegetazione, così un usanza celtica era quella di appendere una ghirlanda primaverile (simbolo della Dea) a un tronco privo di rami (simbolo fallico del Dio Selvaggio).

La scheda di Beltane

Simboli

Palo di maggio, fuoco

Divinità

Pan, Eros, Artemide, Bacco

Colori

Bianco, rosso, rosa e verde

Cibi tradizionali

Frutti rossi, latte, maiale e vino

Erbe

Biancospino, rosmarino, calendula, campanula

Pietre

Smeraldo, quarzo rosa, corniola

Bibliografia, riferimenti e immagini

R. Fattore “Feste pagane”
R. Taraglio “Il vischio e la quercia”
A. Cattabiani “Lunario”
Kondratiev “Il tempo dei Celti”

www.ilcerchiodellaluna.com
www.stregadellemele.it
www.mythinglinks.org
arthas.iobloggo.com

Artcolo di Selendir Ellendhar


Ostara, l'eclissi di sole, la superluna e l'equinozio di primavera

eclissi parziale di sole il 20 marzo 2015
eclissi parziale di sole il 20 marzo 2015
Tra il 20 ed il 21 marzo è da festeggiare l'antica festa celtica di Ostara, ma anche tre straordinari eventi astronomici concomitanti: l'equinozio di primavera, l'eclissi parziale di sole e la cosiddetta superluna.

Per approfondire la festa celtica di Ostara leggi:
Ostara / Eostre e l'equinozio di primavera

Durante l'equinozio il giorno e la notte pareggiano il conto e trovano l'equilibrio dopo la vittoria schiacciante di una delle due parti celebrata nei solstizi.

Quest'anno sarà molto particolare perché il 20 marzo si verificherà una eclissi parziale di sole visibile dall'Italia con copertura quasi al 70% nel nord. Il picco sarà diverso a seconda della latitudine, tra le 9 e le 10 del mattino.

Tutti i consigli su come osservare e capire l'eclissi di sole del 20 marzo 2015

Sempre intorno alle 9 del mattino ci sarà il picco della cosiddetta superluna, cioè un momento in cui la luna sarà più vicina alla terra. Per saperne di più sulla superluna 






Le due statue dei galati

I galati furono un popolo celtico stabilitosi nell'odierna Turchia nei pressi dell'attuale capitale turca Ankara. Famose le lettere di San Paolo nel Nuovo Testamento, subirono progressivamente il destino di quasi tutti i celti, cioè l'assorbimento in altra cultura, quella ellenica in questo caso.
La Galazia e i galati sono anche ricordati per due superbe sculture, che richiamano suggestive immagini del mondo celtico e che parlano entrambe di morte.

Festa di San Patrizio 2015, tutti irlandesi per un giorno

Il 17 marzo si festeggia San Patrizio, patrono d'Irlanda.

La festa di San Patrizio (Saint Patrick's Day) ha però valicato il confine dell'isola ed in ogni parte del mondo in cui ci sia una comunità irlandese o anche solo qualche appassionato d'Irlanda, viene celebrata con fiumi di birra, musica e goliardia.

Viverla a Dublino è meraviglioso, ma se proprio non possiamo recarci in Irlanda a brindare nella terra che ha reso famoso il santo, vediamo cosa possiamo trovare qui vicino per fare festa insieme.


Imbolc, santa Brigida, la candelora e... il giorno della marmotta

la marmotta
Il giorno della marmotta
Imbolc è un giorno importante per chi si sente connesso al mondo, per chi vive ancora quel sentire
degli antichi che sapevano vedere il sacro in tutto. E' un giorno nel quale rinnovare il rispetto per la luce e per le divinità che vegliano su di essa.

Oggi in tanti hanno festeggiato Imbolc, e tanti hanno ricordato la candelora. La dea Brigit che incontra santa Brigida, un momento nel quale tutto ci si interroga sull'inverno, e si prova a leggere il futuro, a ingraziarsi le forze della natura perché la protezione scenda su chi la invoca.

Per approfondire la festa di imbolc, leggi: Imbloc e la candelora

Mi unisco a tutti quelli che festeggiano, qualunque sia la loro credenza, l'importante è che lo spirito sia quello di cercare la connessione con quelle energie che vengono da passato e ci proiettano nel futuro.

Ed allora perché non pensare anche che domani 2 febbraio sarà il giorno della marmotta, una sorta di credenza che lega ad un'animale, la marmotta, la capacità di capire se l'inverno è ancora nel pieno della sua forza o sta per lasciare il posto alla primavera.

Per approfondire il giorno della marmotta: il giorno della marmotta


I Celti - Alle origini della civiltà d'Europa ( recensione libro )

Copertina "I Celti - Alle origini della civiltà d'Europa"
Copertina "I Celti - Alle origini
della civiltà d'Europa"
Vorrei condividere le mie impressioni sul libro "I Celti - Alle origini della civiltà d'Europa" letto di recente. Il testo a cura di Angela Cerinotti, si inserisce nella collana "Atlanti del Sapere" da cui ne deriva la struttura schematica e sintetica.

L'intento è quello di presentare brevemente (ogni capitoletto è lungo due o tre pagine) gli aspetti salienti della storia, l'organizzazione,  credenze, usi e costumi delle tribù celtiche.

Per la formula scelta gli argomenti sono trattati necessariamente in modo sommario ma non per questo poco rigoroso. Il tutto è corredato da foto, cartine e disegni utili ad illustrare i concetti.

Il libro è un'ottima introduzione al mondo celtico, ed è utile a far emergere dalla generica definizione di "barbari" un popolo che aveva caratteri culturali, credenze e tecniche molto evolute secoli prima che Roma assumesse il suo ruolo di egemonia in Europa e nella storia.

Ricostruire le danze dell'antichità: percorsi possibili ?

La danza è fra le attività più antiche dell'Uomo, ed è diffusa presso quasi tutte le culture, sia pure con scopi e caratteristiche anche molto diverse fra loro.
Ricostruire danze perdute nel tempo non è una impresa facile, anche se ci sono alcuni approcci anche rigorosi che permettono di recuperare e definire quelle che oggi sono le cosiddette "dance celtiche".

2015, tutti i festival celtici in Italia

Anno nuovo e tanti nuovi appuntamenti per chi ama le feste a tema celtico. Per non farci trovare impreparati ho stilato una lista dei festival celtici più interessanti del 2015, rievocazioni ed appuntamenti da non perdere per il nuovo anno... e nessuno potrà dire "non lo sapevo!" :)

Festa celtica di Imbolc, la candelora

purificazione
purificazione
Dopo la festa di Yule che celebra la rinascita del solo, presso i celti il primo giorno del mese di febbraio si celebrava Imbolc, la festa della pioggia, della purificazione.

E' anche l'occasione per celebrare Brigid, la dea dei triplici fuochi, intesi sia come fiamma che forgia il metallo, sia come energia creativa e guaritrice.

Approfondiamo questi temi con un articolo scritto da Selendir Ellendhar.