Vivere il natale celtico

natale celticoManca meno di un mese a Natale ed ogni anno i suoi amanti ed detrattori non possono fare a meno di immergersi in quella che chiamiamo "atmosfera natalizia". La vicinanza sul calendario della festa celtica di Yule ed il natale cristiano forse non è una coincidenza ed allora ci siamo chiesti: è possibile vivere il Natale andando a recuperare un po' della tradizione e del simbolismo dei celti ?


Yule, 21 dicembre

Il solstizio invernale

dea bambinaLa notte del solstizio invernale è la notte più lunga dell'anno. L'oscurità trionfa, e già prepara il cammino e si trasforma in luce. Tutto aspetta nel calderone, Il Re Oscuro si trasforma nella luce rinata. All’alba la Grande Madre da vita al Sole Bambino, che porta con se speranza e la promessa dell'estate. Ella lo porta nel suo giovane grembo, grembo che ha dato la vita a tutte le cose. Poiché è una festa solare, è celebrata col fuoco e il nome di Yule.

Ostara - Eostre, 21 marzo

Equinozio di primavera

ostara
ostara
L'Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio (la parola equinozio deriva dal latino “aequus nox”, notte uguale).  Astronomicamente l’equinozio di primavera  (in gallese “Alban Eiler”, luce della Terra) è il momento in cui il sole si trova al di sopra dell’equatore celeste. L’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno e quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio, o meglio, nuovo inizio.

Samhain, il capodanno dei celti

Samhain, 31 ottobre - 1° novembre

Oggi, con Halloween, conosciamo solo la veste giocosa e commerciale di una festività sacra antichissima: Samhain (da sam-fuin = fine dell’estate). Per i Celti questa festività segnava il Capodanno Celtico, importante momento di passaggio nel calendario agricolo e pastorale, legato al ciclo delle stagioni. Proprio in questo periodo dell’anno la terra ha dato i suoi frutti e si prepara all’inverno: i rituali celtici prevedevano il ringraziamento per il raccolto e la preparazione spirituale al ciclo successivo (semina).

CelticAL chi siamo... o meglio, chi eravamo

CelticAL ieri

CelticAL è una associazione nata in Alessandria (Piemonte, Italia, IT) nel 2003 per promuovere la cultura e le tradizioni dei popoli celtici.

Molti di noi si sono conosciuti a corsi di danze, altri a feste celtiche sparse un po’ in tutt’Italia (Patavium Celtic Festival di Padova, Insubria festival a Marcallo con Casone, la Festa del Vischio a Saint Denis e ovviamente Celtica in Val Veny…).

Breve storia delle danze irlandesi

Le origini

antichi danzatori iralndesi
antichi danzatori
Le prime forme di danza vennero probabilmente importate dalle popolazioni celtiche. I druidi facevano danze in cerchio durante i loro riti. Non si sa però molto sulle origini delle danze dal momento che non ci sono fonti scritte: Le incursioni vichinghe, che ebbero fine solo all’inizio dell’11° secolo, distrussero moltissimi libri.
Più o meno in questo periodo ci fu il primo incontro chiamato Feiseanna che alle origini non era solo una gara di danza ma anche un vero e proprio evento culturale.

Mabon è il Celtico bambino di luce che porta la vita eterna (21 settembre)

la luce impersonificata
la luce
'Il Figlio Divino' è il Dio gallese della giovinezza e figlio della madre terra Modron e di Mellt ('Illuminante"). Era il Figlio della Luce, della liberazione, armonia, musica e unità. Ha anche il potere di far fiorire e sviluppare ciò che dipende per la propria crescita dalla sua luce solare (in senso naturale e spirituale). Le sue caratteristiche e le sue funzioni sono del tutto analoghe e sincronizzate con quelle di Apollo.

La ruota dell'anno celtico

rappresentazione del calendario celtico
rappresentazione del calendario celtico
Con il nome "Ruota dell’Anno" viene designata un'antichissima forma di calendario, d’origine pagana in uso presso i Celti, che segna il ciclo delle stagioni durante l’anno.

Per gli antichi ogni cosa era inserita all'interno di un ciclo, con il proprio ritmo e la propria energia particolare: dal ciclo lunare mensile, a quello delle stagioni, ai cicli più grandi delle varie Ere.

Ogni momento di passaggio, determinato dai movimenti celesti e dal volgere delle stagioni, era considerato un momento sacro, cui partecipavano tutti gli esseri del mondo vegetale e animale.

Ma la Ruota dell’Anno ci conduce anche attraverso le stagioni, nel viaggio della Vita, dalla nascita alla giovinezza, fino alla maturità e poi la vecchiaia ed infine, la morte e la nuova rinascita. Ogni momento dell’anno, viene così a corrispondere ad un momento della Vita. I cicli della Vita, del Cielo e dell’intero creato sono interconnessi intimamente.

L’uomo antico si sentiva parte costitutiva dell’universo, visto come un tutt’uno, una trama dove ogni filo era collegato agli altri per mezzo di legami sottili eppure indistruttibili: nell’antica concezione anche il Divino non era visto un entità separata dal mondo, ma ne era allo stesso tempo creatore e parte essenziale, non trascendente ma immanente: anche il più piccolo granello di sabbia, come il più minuscolo degli animali veniva sentito come intimamente connesso al Tutto, Uomo compreso e l’essere umano considerava se stesso solo un filo della “ragnatela” universale
Sono un parente,
datemi la forza o Spiriti del Mondo,
di camminare sulla morbida Terra,
come parente di tutto ciò esiste
Alce Nero, Sioux Oglala
Nei momenti particolari dell’anno, venivano celebrati feste e riti che avevano lo scopo di permettere all’uomo di entrare in contatto con forze cosmiche, maggiormente percepibili nei periodi critici del passaggio e, contemporaneamente, l’uomo poteva, con le proprie energie personali, aiutare queste forze a far perdurare il mondo in modo conforme alle eterne leggi della Natura. Queste date assumevano pertanto il concetto di “porte”, che periodicamente concedevano l’accesso e lo scambio con dimensioni “altre” e un contatto con energie divine. Il concetto di calendario, come noi lo intendiamo, non ha molto a che vedere con il concetto che ne avevano le antiche popolazioni (non solo celtiche): era in realtà, un complesso di codici rituali, elaborati per creare un collegamento tra Terra e Cielo; il tempo non era concepito come una sequenza lineare ma come un ciclo (dal greco “kyklos” =cerchio) eterno di vita-morte-rinascita.

Il serpente che si morde la coda (vedi foto) simboleggia proprio questa concezione ciclica che si applica a tutte le forme del creato, così come la Ruota che(vedi foto) percorre il suo cammino lungo sentieri sempre diversi e tuttavia sempre uguali.

Il calendario della Ruota dell’Anno fonde due cicli separati eppur connessi: il primo è quello del mistico viaggio del Sole nel cielo che, passando tra equinozi e solstizi, ci presenta la nascita, la maturità, la vecchiaia e dell’astro e la sua nuova rinascita.
Il secondo ciclo è quello stagionale che ci mostra le vicende delle divinità legate ai culti agrari e pastorali, attraverso i temi della semina, della fioritura e conseguente maturazione e raccolta.

Le festività della Ruota dell’Anno sono per lo più denominate con termini d’origine celtica perché questo popolo ci ha lasciato un notevole corpus mitologico e folkloristico, ma gli Antichi popoli mediterranei celebrarono secondo concezioni simili, se non propri identiche, anche se, purtroppo, le loro testimonianze, quanto meno quelle dirette, sono andate perlopiù perdute o sono state cambiate dalla sovrapposizione di significati cristiani.
Per gli antichi ogni fine era un inizio ed ogni inizio una fine, ogni cosa esistente vi era coinvolta non solo a livello spirituale, ma anche a livello materiale.

La Ruota si suddivide in Otto periodi della durata circa quarantacinque giorni ciascuno e durante i quali il culmine è rappresentato da un giorno di festa, questi giorni assumo il nome di Sabbat .
Sgombriamo subito il campo da equivoci e pregiudizi: “sabbat” non ha NULLA a che vedere con satanismo, riti di magia nera e cose consimili e fondamentalmente per un motivo: Satana fa parte della religione cristiana, gli Antichi Popoli non conoscevano assolutamente questa figura perché la struttura del divino era molto diversa è pertanto impossibile, anzi, è un falso storico, ritenere che gli antichi culti fossero legati al demonio.
In genere la prima festività è Samhain, e l’ultima è Mabon, secondo l’ordine che segue:

Samhain

(31 ottobre/1 novembre) è il capodanno, cioè la “fine dell’anno”. E’ il momento dell’ultimo raccolto e dell’arrivo dell’inverno. Momento magico per eccellenza, in cui il confine tra i mondi si assotiglia. La Dea scende a riposare nel Mondo Sotterraneo e vi rimarrà, come i semi piantati, fino al sopraggiungere della Primavera. Giorno in cui il Dio muore, simboleggia la fine della fertilità dei campi.

Leggi anche: samhain, il capodanno celtico

Yule

durante il solstizio d'inverno, ( il 21 dicembre) è calcolato in relazione alla posizione del sole, si attende che il sole abbia raggiunto il punto più lontano. Il vecchio Sole muore ritualmente mentre la Dea partorisce un Nuovo Sole Bambino. Segna la rinascita del Dio per intercessione della Dea

Leggi anche: Yule, il solstizio di inverno, 21 dicembre

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Imbolc

o anche Imbolg, Imbolic, Oimelc, Brigid o Bride ( 2 febbraio), è la festa di Brigid, Dea del Fuoco e dell’Ispirazione, è il tempo in cui il nuovo Sole, nato a Yule, muove i primi passi. E’ tempo di purificazione per prepararsi alla rigenerazione.

Leggi anche: La candelora e la festa celtica di Imbolc

Ostara

o anche Eostre o Eostar, il giorno della Dea, (equinozio di primavera, il 21 marzo), calcolato quando il sole attraversa l'equatore procedendo verso nord. Luce e Tenebra sono in equilibrio, la Vita torna sulla terra, la Natura si risveglia. Il Dio, definitivamente risorto, si avvia al suo massimo splendore e la Dea porta nuova vita simboleggiata dall’allungarsi delle giornate e l’arrivo di nuove gemme sulle piante.

Leggi anche: Ostara, equinozio di primavera

Beltane

o Beltaine (1 maggio), celebra il sacro incontro tra il Dio e la Dea, l’estasi dell’amore che riempie la terra ; è il benvenuto all’estate che sta sopraggiungendo e si lavora per i raccolti ormai prossimi.

Per approfondire leggi: Beltane, festa celtica primo maggio

Litha

o mezza estate, (solstizio d'estate, il 21 giugno), quando il sole raggiunge il punto più vicino alla Terra. E’ il giorno più lungo dell’anno, il momento dell’Unione tra Terra e Cielo, celebrazione del Fuoco e dell’allegria.

Per approfondimenti: Litha, portale solstiziale

Lughnasadh

(scritto anche Lunasa o Lughnasa) oppure Lammas (31 luglio/1-2 agosto), segna il culmine dell’estate e dei raccolti. Si celebra l’abbondanza e la prosperità data appunto dai ricchi raccolti. Si ringrazia il Sole che, seppur in modo impercettibile, incomincia il suo lento declino. Il seme del sole è già nel grembo della Madre. La Terra offre la sua massima abbondanza.

Per approfondire leggi: Lughnasadh, lo spirito del grano

Mabon

o Modron, chiamato anche Casa del raccolto (equinozio d'autunno, il 21 settembre). Arriva il primo giorno dell’autunno e con esso gli ultimi raccolti. Nell’antichità venivano celebrati i Misteri Eleusini, riferiti alla discesa dela Dea Persefone nel regno infero del Dio suo compagno, e il conseguente sonno della Terra. E' considerato un periodo di equilibrio; è quando possiamo fermarci, rilassarci e apprezzare i frutti dei nostri personali raccolti. E' un periodo per porre fine ai vecchi progetti mentre ci prepariamo al periodo dell'anno di riposo, rilassamento e riflessione.

Leggi anche: Mabon, il celtico bambino di luce

Il ciclo è giunto al suo termine e può ricominciare di nuovo un’altra volta.

ruota dell'anno (calendario celtico)
rappresentazione ruota dell'anno (fonte: bifrost.it)

Bibliografia e immagini

R. Fattore “Feste pagane”
J.A. MacCulloch “La religione degli antichi celti”
L. Rangoni “La magia dei celti”
Immagine ruota dell'anno bifrost.it

Articolo di Selendir Ellendhar